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Lore
Marchio della Medaglia
La tua reputazione ti precede, come il mugghio di una lenta bestia.
Prak'kesh entrò nel bar con passo rilassato, indossando l'Elmo di Felwinter e un cappotto in pelle di bestia da guerra. Voleva rendere evidente ai guardiani che faceva sul serio. Tulnik, la sua colossale guardia del corpo, ispezionava cauto la folla.
I due si avvicinarono a una squadra di imponenti titani, seduti ammassati accanto al bancone, incuranti di bloccare così l'accesso al bagno. All'arrivo della coppia, chiusero le mani a pugno.
"Rilassatevi, guardiani", disse Prak'kesh alzando le mani in finto segno di resa. "Offro io il prossimo giro." I titani si rilassarono, facendo sonoramente scricchiolare le sedie.
"È un piacere vederti", ruggì la Sentinella. "Pensavo fossi arrabbiato per il fatto che abbiamo annullato le scommesse. Niente di personale", aggiunse stringendosi nelle spalle.
"Ma certo che no", rispose Prak'kesh infilandosi su una sedia vuota in mezzo a loro. Tulnik si appoggiò alla parete a braccia conserte.
"Ma c'è una cosa che mi chiedo", continuò l'allibratore, "e cioè dove vi siate spostati."
"Abbiamo avuto una soffiata da questo tipo grande e grosso", disse la Spezzasole. "Con una voce profonda e un buffo casco."
"Ah sì?" rispose Prak'kesh, fingendo disinteresse. "Un sacco di gente ha buffi caschi."
"Certo, ma con quattro braccia e nessuna gamba non ne avevo mai incontrati", disse la Sentinella. "Il suo Spettro dev'essere un gran burlone."
"Quattro braccia? Vuoi dire che è un eliksni?" Prak'kesh lanciò uno sguardo accigliato a Tulnik.
"Eli… cosa?" borbottò la Sentinella.
Prak'kesh alzò gli occhi al cielo. "Un caduto. Nel Distretto Botza, vero?"
L'attimo di silenzio si protrasse mentre i titani stentavano ad afferrare l'ovvio.
"Oh cavolo, Maurice", esclamò la Spezzasole quando finalmente le si accese una lampadina. "Spiegherebbe la presenza di quei tizi strani conciati da istrice!"
La Sentinella scosse la testa. "E chi l'avrebbe mai detto che fossero alieni. Un ottimo travestimento."
Prak'kesh si pizzicò il naso. "La prossima volta che piazzate una scommessa, magari rivolgetevi a qualcuno che ha un numero di braccia normale, ok?"
La Spezzasole annuì. "Ricevuto, 'Kesh. Diamoci una mano, non quattro, vero?"