Stats
Velocità |
|
0 |
Related Collectible
Lore
Carica di Luce
Con baldanza nelle fauci della morte.
"Cercare di razionalizzare le scelte della Grande Macchina è futile", spiegò gentilmente Mithrax.
Lui ed Eido erano seduti su una sporgenza che sovrastava il Quartiere Eliksni. Osservavano gli astori elaborati, alcuni decorati in stile eliksni, muoversi tra la scarsa folla.
"Ho chiesto spesso, e in molti modi, perché la Grande Macchina ci abbia abbandonati", continuò. "Perché abbia difeso la Terra e non Riis. Perché abbia concesso la Luce all'alveare e non agli eliksni."
Brontolò pensieroso. "Ma la Grande Macchina non risponde, poiché non è così che agisce."
"Capisco che la Grande Macchina è… inconoscibile", rispose Eido. "Che agisce oltre la ragione o la causalità.
Ma quello che non capisco", continuò schiettamente, "è perché gli umani la diano per scontata."
Mithrax la osservò con attenzione. "È questo che pensi, figlia mia?"
"Sì", rispose fermamente Eido. "Di recente ho trovato una vecchia ode umana nei registri della Criptarchia. Racconta di una brigata di guardiani che si lanciarono contro la posizione nemica perdendo la vita con totale noncuranza, sapendo che sarebbero risorti nella Luce.
I guardiani riservano alla vita lo stesso riguardo che hanno per i razziatori che combattiamo", proseguì sconfortata.
"Dici il vero. Ma era così anche su Riis", riconobbe Mithrax, ricordandosi all'improvviso la dolorosa storia di Namrask. "Gli eliksni non si resero conto di quanto amassero la Grande Macchina finché non se ne andò.
È così che fanno tutti i popoli, non solo gli umani", rifletté. "Ma non sarà così nel Casato della Luce."
"No", concordò Eido. "Non sarà così per noi."