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Lore
Morse del Re dei Corrotti
"La mia grande opera consiste nel morire e vivere nella morte."
Un sommergibile compatto di fattura eliksni termina la sua discesa nelle profondità offuscate del mare metanico di Titano. Una nuvola di sabbia e forme di vita microbiche, scintillante come se fosse composta di piccole stelle, si solleva al contatto del veicolo con il fondale. La camera d'equilibrio dorsale si apre liberando una salva di bolle, per poi piegarsi in una rampa che permette l'uscita a tre figure corazzate, con indosso l'equipaggiamento da immersione. L'unico fanale del sommergibile percorre il fondale marino, rivelando un paesaggio alieno di coralli contorti.
Fenchurch si avvicina a una delle concrezioni di corallo, passando una mano guantata sulla superficie. "Questi polipi…", mormora. "Sono per caso…?" Si interrompe udendo uno scatto meccanico; si volta e vede Chalco e Lisbon-13 posizionare un grosso pinnacolo meccanico sul fondale. Le luci interne si accendono e il pinnacolo si attiva con un ronzio, creando un campo di pressione idrica regolata intorno al sommergibile.
Fenchurch si allontana dal corallo, sfregandosi le dita. Il pinnacolo si schiude come i petali di un fiore sprigionando numerosi droni, ognuno dotato di fari. I droni fluttuano in avanti, rivelando il bizzarro baluginare di quella che sembra la superficie dell'acqua ma a un'impossibile angolazione verticale.
"Da questa parte", dice Chalco, voltandosi per seguire i droni. Fenchurch e Lisbon si scambiano uno sguardo, si raddrizzano e si avviano dietro la loro caposquadra.
"Se l'avete già sentita fermatemi", inizia Fenchurch, controllando con apprensione il talismano applicato sulla sua armatura. "Due cacciatori e uno stregone scendono in profondità…"