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Conduttore ionico
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Lore
Stella del Sole Caduta
Giudicateci dai nemici che ci siamo fatti.
"Sai, quando il Casato della Luce si è trasferito nella Città, ho pensato che sarebbe stato un disastro", rifletté lo stregone.
"Già, pensavo che Ikora fosse uscita di testa", ammise il titano.
Lo stregone si accigliò. "Spesso, genio e follia vengono confusi", ribatté. "Come coraggio e stupidità."
"Ok, d'accordo", concesse il titano alzando le mani come a fingere una resa. "Non c'è bisogno di prendersela."
I due passeggiavano per il Distretto Botza, ammirando le merci ottenute dai rottami lavorati offerte dai mercanti eliksni. Sebbene prive della raffinatezza delle fonderie della Città, le creazioni eliksni erano spesso innovative e inaspettatamente efficaci.
"È divertente", riprese il titano. "Sono stato ucciso dai caduti un sacco di volte. Ma proprio un sacco."
Lo stregone strinse le labbra, soffocando una replica.
"Ma non gli ho mai dato credito", proseguì il titano. "Capisci cosa intendo? Chiunque sia stato nel Crogiolo sa quanto è difficile uccidere un guardiano. Ma questi mi hanno fatto secco tipo un centinaio di volte dalla prima volta che lo Spettro mi ha rianimato. Direi notevole."
"So cosa intendi", disse lo stregone. Prese un elaborato casco ornato da una corona di punte. "Sono in gamba, a modo loro."
Lo stregone emise un flusso di Luce dalla mano, generando sfrigolanti dardi di energia ad arco tra le punte del casco.
Il titano alzò le sopracciglia in segno di apprezzamento. "Non è il mio stile, ma a te sembra stare parecchio bene", disse.
"Puoi dirlo forte", affermò lo stregone. "Questa bellezza viene con me!"