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Lore
Pallido Riflesso
La luna e gli specchi hanno molto in comune.
Eris Morn sa che aspetto ha. Il suo specchio non contiene niente che la sua memoria non possa fornirle. Tutto ciò che vive sotto la superficie argentata del vetro è l'arcano. Tuttavia, rimuove il telo che lo copre e si toglie la benda.
Eris guarda nei suoi stessi occhi e vede tutti gli spettrali abitanti di una casa stregata. I suoi incubi scrutano attraverso il bagliore verde un mondo che non incrocerà il suo sguardo.
Solleva la mano e si tocca il viso. L'Oscurità si avvolge intorno alla punta delle dita e filtra di nuovo nella nuda pelle. L'attaccatura dei capelli, la fronte, le cicatrici, le lacrime untuose che eterne le scivolano lungo le guance.
Ma non sono lacrime. Non piange per la sua condizione. Quella condizione le ha salvato la vita. Le ha concesso forza, trascendenza e tempo. L'ha strappata all'alveare per rivolgergliela contro.
Eris non vede il dolore. Vede trionfo e sopravvivenza. Vede un futuro.
Vede il potere.
Eris si allontana dallo specchio e lo copre di nuovo.