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Lore
Condanna a Morte
Chiara e irrevocabile.
La strega si portò le mani ai fianchi mentre osservava la nuova nave del titano.
"Allora, spiegami nuovamente qual è il piano", disse.
"Certamente", rispose il titano. "Entriamo nella grotta infestata, prendiamo un senzatesta, lo carichiamo in stiva e torniamo qui."
"Lo carichiamo… vivo", precisò la strega.
"Proprio così", rispose il titano, annuendo con decisione. "Poi lo vendiamo per un sacco di lumen."
"E chi comprerebbe mai un grosso spaventapasseri in fiamme?"
"Eris Morn, per esempio. Sta sempre a studiare cose inquietanti. O… il Ramingo. Dovresti vedere cosa non ha nel suo Relitto."
"Anche se dovessi trovare un acquirente, cosa che non accadrà, come pensi di far entrare il senzatesta nel veicolo?" disse indicando la lucente ipernave di fattura eliksni. "Ti avevo detto di scegliere qualcosa di più capiente."
"Innanzitutto, questa nave è stata un affarone", ribatté il titano. "Poi, se non ci dovesse stare, possiamo sempre legarlo a uno di quegli spuntoni là." Indicò con un ampio gesto le sporgenze appuntite situate nella parte frontale della nave.
La strega non ebbe il tempo di esprimere nuovamente la sua contrarietà: fu interrotta da una voce tonante proveniente dall'ingresso dell'hangar.
"Ecco qui i sedativi", esordì il cacciatore della squadra, portando una grossa cassa di munizioni. "Quanto basta per stendere un orco." Lasciò cadere la cassa ai piedi della strega. "Allora, si fa o non si fa?"
La strega si arrese con un sospiro all'entusiasmo dei suoi compagni di squadra. "Andiamo pure a farci ammazzare."
"Sìììì!" esclamò il titano. "I dolci sono miei!"